La rivoluzione dell'Iva, che riscrive le regole sulla territorialità dell'imposta per le prestazioni di servizi per imprese e professionisti, partirà dal 1° gennaio. Gli operatori dovranno però fare a meno della declinazione delle regole a cura del legislatore nazionale e dovranno invece rifarsi direttamente alla disciplina definita da Bruxelles. In aiuto, nemmeno una circolare. Che cosa è capitato? In quasi due anni il governo non è riuscito a recepire le regole sull'Iva e ha messo in conto anche le rampogne di Bruxelles: «Che sarà mai un po' di ritardo?», deve essere stato, grosso modo, il ragionamento. È vero, un po' di ritardo può essere un peccattuccio lieve, se non si rischiasse, tra l'altro, di disorientare gli operatori che hanno scambi di servizi all'interno dell'Unione Europea.
A questo punto, visto che il decreto di recepimento arriverà, probabilmente, a metà gennaio, sarebbe opportuno che il legislatore nazionale non si dimenticasse una clausola di salvaguardia, per evitare perlomeno sanzioni ai contribuenti. In attesa di indicazioni ufficiali, occorre far salvi i comportamenti di chi ha agito in buona fede.