Un tempo c'era il circolo vizioso che riportava a casa, dopo mille peripezie, le babbucce della nonna. Oggi, grazie a eBay, gli italiani hanno messo in piedi un vero e proprio "mercato secondario" dei doni sgraditi e dei doppioni: un pantalone tre misure più grandi, un inguardabile soprammobile, la terza cravatta rossa. Magari, se il regalo gira, anche l'economia di crisi tira. Nessuno l'ha teorizzato, ma gli italiani, nella pratica, applicano il postulato. Il risultato è che tantissimi non vedono l'ora di riciclare i regali di Natale. Per nulla persuasi della bontà delle tesi dell'economista Joel Waldfogel dell'università della Pennsylvania, autore del saggio Scroogenomics e teorico dell'inutilità e dello spreco dei regali natalizi. Anzi, della loro totale "inefficienza", visto che il valore percepito del dono è spesso inferiore a quello reale. Un investimento senza un ritorno proporzionato. Waldfogel o no, nello spazio virtuale, l'italiano aguzza l'ingegno: il regalo genera un recupero di liquidità che va ad alimentare i consumi. Sarà, a noi sorge il dubbio che semplicemente qualcuno si voglia disfare dei pantaloni troppo grandi.