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Nel 2009, i governi di molti paesi hanno reagito allo scoppio delle bolle immobiliari istituendo politiche mirate a sostenere questi mercati speculativi. Il risultato, però, è stato quello di spingere la gente ad aggiungere un'altra componente, politica questa volta, alla valutazione dei prezzi delle case, svincolandoli ancora di più dai fondamentali dell'economia.
C'è un dato di fondo di cui spesso ci si dimentica. La moderna industria delle costruzioni è in grado di realizzare enormi quantità di case moderne di qualità, tra cui appartamenti in grandi condomini, a costi di gran lunga inferiori ai prezzi che hanno raggiunto oggi le case in molte aree urbane. Questo dovrebbe mettere fine alla lunga escalation dei prezzi degli immobili.
Gli speculatori immobiliari spesso sembrano scommettere sull'equilibrio politico che limita l'offerta di case e sul prolungamento a tempo indefinito dei puntelli artificiali introdotti in occasione di questa crisi finanziaria. Ma nella nuova economia globale, con flussi di popolazione crescenti a livello interregionale e internazionale, e il vasto consenso in favore della libertà economica, è difficilissimo per i governi limitare l'offerta sul lungo periodo.
Ecco perché sembra più verosimile, per il 2010, attendersi un'elevata volatilità dei prezzi delle case piuttosto che un incremento.
Robert Shiller è professore di economia all'università di Yale
Copyright: Project Syndicate 1995-2009
(Traduzione di Fabio Galimberti)