C'è una retorica dell'antimafia e c'è una pratica dell'antimafia. Con Leonardo Sciascia abbiamo imparato a diffidare della prima e a dare forza alla seconda. Perciò è importante il segnale arrivato ieri da Confindustria con la presidente Marcegaglia. Il principio che la mafia si sconfigge insieme, spesso confinato nella retorica, è finalmente pratica. Nel giorno in cui il governo ha approvato il pacchetto contro la criminalità, le imprese rilanciano l'impegno con i fatti: obbligo di denuncia per gli imprenditori che subiscono un'estorsione ed espulsione o sospensione per chi non sa stare alle regole. È un codice associativo, un monito a chi dovesse ancora pensare che il miglior modo di fare impresa nel Mezzogiorno è quello di convivere con l'economia criminale. Non è più tempo come ha dimostrato già - tra gli altri - Ivan Lo Bello. Nessuno dovrà essere lasciato solo contro il racket, ma le migliori analisi economiche di questi anni concordano: non possono esserci sviluppo e crescita dove le organizzazioni criminali inquinano l'economia. Non è perciò eroismo quello che si chiede agli imprenditori. È una strategia civile di sopravvivenza. Perché l'impresa che convive con la mafia è già morta.