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LETTERA AL PRESIDENTE DEL BRASILE / Caro Lula, con l'Iran hai tradito il passato

di Moisés Naím

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29 Novembre 2009

Il seguente promemoria è stato inviato al presidente del Brasile dai propri consulenti: «Le consigliamo di ricevere in visita ufficiale il suo collega iraniano Moahmoud Ahmadinejad. Senza dubbio si tratterà di una decisione soggetta a critiche. Tuttavia, questa visita porterà a Lei e al Brasile più benefici che costi. La fotografia che La ritrarrà insieme al presidente iraniano confermerà al mondo che il nostro paese ha una politica internazionale autonoma dagli Stati Uniti, nazione che non abbiamo paura di offendere o irritare. In qualità di nuovo attore globale, il Brasile può e deve assumere un ruolo da protagonista nei principali negoziati dell'epoca attuale.

La trattativa che Stati Uniti, Europa, Cina e Russia hanno intrapreso con l'Iran in merito al suo programma nucleare è molto importante, e il Brasile non deve rimanere ai margini. Possiamo diventare attori essenziali per ridurre gli attriti con l'Iran. Inoltre, Lei può, assieme all'intero paese, rappresentare un mediatore nel conflitto medio-orientale. Il Brasile è grande, vincente e non allineato, e non ha conflitti d'interesse in questa regione, dove gli attori tradizionali sono privi di idee e credibilità. E Lei, signor Presidente, gode di molto prestigio. Possiamo contribuire con una nuova prospettiva ed essere considerati paladini della pace nel mondo. Questo ci può permettere di esercitare maggior influenza nei negoziati relativi ai nostri interessi immediati. I nostri sforzi affinché il Brasile possa diventare membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite saranno rafforzati grazie al voto dell'Iran».

Il presidente del Brasile ha accolto il suggerimento e ha invitato Moahmoud Ahmadinejad, dispensandogli un caloroso benvenuto. Pochi giorni dopo la visita, il presidente brasiliano ha ricevuto questa lettera da un buon amico: «Caro Lula. Come sai non mi piace disturbarti. Sai anche che sono molto orgoglioso di te. Oggi però ti scrivo forte del diritto che mi danno gli anni trascorsi assieme nella lotta come leader sindacali, quando in questo paese organizzare i lavoratori e opporsi al regime militare era considerato reato. Ho provato grande tristezza quando ti ho visto abbracciato al presidente dell'Iran. Hai pensato in quel momento, vecchio compagno, che se noi fossimo stati oggi in Iran facendo ciò che avevamo fatto in Brasile quando eravamo giovani (protestare contro la dittatura), quel presidente con il quale ti sei abbracciato ci avrebbe condannato a morte? La televisione ufficiale iraniana ha annunciato le condanne a morte di otto persone. Il loro reato? Protestare contro il governo e contro quella che loro ritengono essere stata un'elezione fraudolenta del presidente da te ricevuto con tutti gli onori.

In poche parole, Lula, moriranno per mano del tuo ospite, perché loro oggi sono come eri tu quando avevi la loro età, e come loro non potevi tacere di fronte agli abusi della dittatura. Inoltre, in Iran, centinaia di studenti e leader politici sono in prigione, e certamente alcuni di loro venivano torturati mentre tu offrivi un banchetto al responsabile di queste azioni.

Non faccio obiezioni al fatto che tu abbia voluto invitare questo tiranno, capisco l'interesse politico. E spero che in privato tu gli abbia fatto capire che noi brasiliani non tolleriamo i governi che uccidono i propri oppositori. In ogni caso, mi ha rattristato vederti stringergli le mani. Le sue mani sono macchiate di sangue, le tue no. Ero d'accordo con te quando hai dichiarato al mondo che se un paese come l'Iran desidera avere un programma nucleare a fini pacifici dev'essere libero di poterlo fare. Però l'Iran non merita la tua difesa. Il tuo collega indiano Singh ha dichiarato che il suo paese si oppone senza ambiguità al programma iraniano. Senza ambiguità, Lula. Alcuni giorni dopo aver dato il tuo sostegno all'Iran, 25 nazioni hanno emesso un voto di censura contro questo paese. Questo significa che la comunità internazionale non crede al tuo ospite d'onore quando dichiara che non sta cercando di produrre bombe atomiche.

Perfino Cina e Russia, che in Iran hanno molti più interessi del Brasile, hanno appoggiato questa risoluzione. I tuoi consulenti non ti hanno messo in guardia del rischio che correvi dando il tuo appoggio a un leader sanguinario su questo argomento? Sono consapevole che la politica internazionale richieda manovre e compromessi. Quello che non capisco è che tu sia stato disposto a ignorare pubblicamente i principi che ti hanno fatto diventare ciò che sei. So che stai ancora imparando ad essere un leader mondiale. Ma ricorda che non vale la pena di esserlo se per farlo devi rinunciare a essere ciò che sei».

Questi messaggi non sono né segreti né reali. Li ho inventati io. Sebbene siano prodotto della mia immaginazione, il messaggio centrale riflette una realtà che oggigiorno è ovvia perfino a Lula: si è sbagliato.

(Traduzione di Graziella Filipuzzi)

29 Novembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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