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Scommettere sull'elettronica e il web

dfi Maria Luisa Colledani

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3 aprile 2010


Produttività zoppa, ma con qualche distinguo. «La produttività italiana non è così in crisi, se si guardano i singoli settori - dice Mario Deaglio, docente di Economia internazionale all'ateneo di Torino -, ma se considera il dato complessivo, l'Italia è in fondo alla classifica».

Come mai accade questo?

L'Italia è fuori da tre settori chiave quali elettronica, chimica e farmaceutica.

È possibile tornare competitivi in questi ambiti?
Eravamo professionisti dei software, ad esempio, ma ora gli indiani sanno fare meglio: le riforme devono coinvolgere le imprese che sanno intraprendere strade nuove, che sanno usare al meglio le risorse. In un momento economicamente difficile come quello attuale, bisogna rendere più facile gli investimenti nei settori più produttivi: serve una politica industriale che crei le condizioni per la crescita, non una politica che offra sussidi.

Quali sono i settori a cui pensa?
Dobbiamo essere pronti a salire sui prossimi autobus che passeranno: tra elettronica, spettacolo e internet ci può essere crescita. Vanno favorite quelle poche, nuove imprese, magari ancora di piccolissime dimensioni, che stanno sondando questi spazi e stanno facendo strada.

Come sostenere le aziende in difficoltà?
È stato calcolato che ci siano tra 2mila e 6mila imprese di medie dimensioni che o sfondano oppure saranno comprate o chiuse: non hanno bisogno di sussidi, ma di percorsi facilitati d'accesso al credito. Basta anche una garanzia per far ottenere le risorse necessarie. In questo senso, si potrebbe guardare al modello francese della Cassa depositi e prestiti che rilascia il bollino verde alle imprese avviate sulla buona strada. Per i grandi gruppi serve invece maggiore apertura sui mercati internazionali.

Servono strumenti specifici per il made in Italy?
Nel dopoguerra l'Italia ha conquistato i mercati con prodotti, quali ad esempio la Vespa o la Lettera 22, che avevano un buon equilibrio fra qualità e prezzo. Oggi la sfida è diffondere la cultura, lo stile dei prodotti italiani di modo che i potenziali acquirenti in tutto il mondo sappiano apprezzarli al meglio, e desiderarli.

3 aprile 2010
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