C'è bond e bond. Quello di Enel, per esempio, che gli investitori privati si sono letteralmente strappati di mano fino a qualche giorno fa. E quello della Giovanni Crespi Spa, gruppo di Legnano quotato a Piazza Affari e leader europeo nella produzione di materiali sintetici per calzature e pelletteria, che proprio nessuno vuole acquistare. A fine febbraio sono infatti scaduti i termini di adesione al prestito obbligazionario «20/08/2009-20/02/2011 - 3,50%» da 10 milioni di euro: quaranta titoli nominativi del valore di 250mila euro ciascuno. Offerte? Zero. E non è la prima volta, visto che l'emissione era andata deserta lo scorso settembre ed era stata prorogata. Certo, quella di Enel con la sua potenza di fuoco è tutta un'altra storia. Ma per Crespi non si tratta comunque di un buon segnale. La scorsa settimana il Cda aveva revocato un aumento di capitale, sempre di 10 milioni, perché decorsi senza esito i termini di offerta e deciso di avviare una nuova operazione per lo stesso importo. Intanto a fine gennaio la posizione finanziaria netta era negativa per oltre 35 milioni di euro. (Ma.Ce.)