Il commissariamento di Fastweb e di Telecom Sparkle è nelle mani del Gip di Roma. Ieri si aspettava una decisione che non è arrivata: la richiesta degli avvocati di parte di posporre la decisione ha prolungato di almeno 48 ore un calvario che non giova a nessuno. Non giova alle imprese e ai loro dipendenti, perché l'incertezza non aiuta gli affari e demotiva gli uomini. Non giova al mercato. Il rialzo del titolo Fastweb in Borsa conferma soltanto le manovre speculative che si sono messe in moto da quando sul mercato si sono diffuse le indiscrezioni su un possibile delisting della società. In ultima analisi il prolungarsi di questo scontro in un'aula di giustizia per una società – oggetto di un contenzioso fiscale, ma certamente non fallita – rischia di mandare un messaggio negativo a tutte le multinazionali che hanno o intendono acquisire un'azienda in Italia. La giustizia deve fare il suo corso, ma non si può ignorare che proprio la farraginosità della macchina burocratica è stata da più parti denunciata come uno dei nodi che frenano lo sviluppo del sistema Italia. Nessuno dubita che i magistrati affronteranno il caso con la delicatezza richiesta. La speranza è che la decisione arrivi al più presto.