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ANALISI / Rivincita europea nella ricerca

di Armando Massarenti

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3 Marzo 2010

L'autorizzazione della Commissione europea per la coltivazione della patata Ogm Amflora è stata accompagnata, da parte di alcuni organi di informazione di massa, da un lapsus piuttosto significativo. La Basf, l'azienda chimica tedesca che produce questo tubero Ogm, viene facilmente confusa con la Bayer. Gli organismi geneticamente modificati, in effetti, se non possono essere immediatamente associati all'industria alimentare, come appare assai naturale in forza soprattutto delle numerose campagne di sensibilizzazione negativa che si sono avvicendate negli ultimi anni, vengono subito ascritti all'ambito farmaceutico. Il che non è irragionevole, anche perché i controlli rigorosi cui vengono sottoposti gli Ogm prima di essere immessi nel mercato sono tendenzialmente gli stessi. Negli Usa passano per le forche caudine della Food and Drugs Administration e in Europa per quelle dell'Efsa, la European Food Safety Authority. Quello che ancora l'opinione pubblica non sa è che l'universo Ogm riguarda un campo fortemente innovativo che va ben al di là di quei due, pur fondamentali, comparti produttivi.
Che a porre fine alla moratoria vigente in Europa contro gli Ogm dal 1998 sia un'industria chimica è dunque il tratto che merita maggiore attenzione. La patata Ogm Amflora – per la quale è stata presentata la prima domanda di autorizzazione già nel lontano agosto del 1996 – produce amilopectina pura, uno dei componenti dell'amido, che viene utilizzata per la produzione di carta, calcestruzzo e adesivi. È il primo Ogm tutto europeo e non targato Monsanto, e già da quest'anno verrà prodotto in un paese, la Germania, che è da sempre in prima fila nella lotta contro l'introduzione degli Ogm, soprattutto se provenienti dagli Stati Uniti.
In realtà dovrebbero essere i verdi (tedeschi in particolare ed europei in generale) a gioire per questo prodotto fortemente innovativo. Sul piano ecologico la patata Ogm permetterà alla Basf di usare quantità minori di solventi, migliorando sensibilmente l'ambiente di lavoro. L'intero processo produttivo avrà un impatto ambientale assai competitivo rispetto a quello attuale. Inoltre questa patata non si riproduce per trasferimento di polline, ma per propagazione, per cui l'argomento, spesso adotatto dagli ecologisti, che insiste sulla dispersione nell'ambiente dei trasgeni, non coglie nel segno.
L'autorizzazione a produrre Amflora naturalmente non può lasciare indifferenti il mondo agricolo europeo e italiano, sia per il valore simbolico che assume la rottura della moratoria, sia perché la Commissione ha autorizzato congiuntamente la coltivazione di tre nuovi tipi di mais. Le campagne contrarie alla produzione di cibi Ogm, benché questi siano già nei nostri piatti senza conseguenza alcuna per la salute da diversi anni, sono destinate a continuare, e l'accettazione piena di questi prodotti tarderà ancora a venire. Ci sono molte ragioni e molti interessi in gioco, tutti più o meno legittimi. Si può essere anti-Ogm, come è stata l'Europa in tutti questi anni, per motivi ecologisti, protezionistici, di opportunità politica, o appellandosi alla presunta pericolosità per la salute o a una fallace contrapposizione con i prodotti "tipici". Nel frattempo però sarebbe bene evitare di bloccare completamente la ricerca, come di fatto è avvenuto in Italia. Paesi come la Francia e la Germania, dove si registrano movimenti ecologisti assai più estremisti dei nostri, sono però dotati di comunità scientifiche capaci di far sentire la loro voce, e hanno dunque investito fortemente nella ricerca in questo campo, allo scopo di rendersi competitivi con gli Usa nel momento in cui inevitabilmente queste coltivazioni sarebbero state permesse. Dunque è giusto che sia un'impresa tedesca a segnare simbolicamente l'inizio di una stagione nuova.

3 Marzo 2010
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