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È stata l'Asia, soprattutto, a fornire negli ultimi 20 anni quel miliardo in più di lavoratori del sistema industraile che ha cambiato i flussi commerciali e finanziari, e sarà l'Asia soprattutto a determinare più di altri quel mondo fatto da un diverso rapporto tra produzione e lavoro che Dasgupta intravede. Ma sarà l'Europa a coniugare il nuovo paradigma. Come? «Non lo so. Ma credo che sarà impossibile produrre come oggi con un 50% della popolazione mondiale in più. Dell'Europa mi interessano molto le differenze interne, credo che il movimento cooperativo, in senso lato, potrà fornire spunti interessanti. Ci saranno meno risorse naturali per tutti, e l'Europa che ne ha meno di altri continenti sarà all'avanguardia nell'affrontare il mondo di domani. Ma credo proprio che il nocciolo della questione, per l'economia di domani, sarà come allentare il nodo tra Pil e occupazione. E un'area meno omogenea di altre, come l'Europa, ha più opportunità di fornire la risposta giusta e compatibile».