A quasi due anni dall'entrata in vigore della direttiva Mifid, che ha fatto cadere l'obbligo di concentrazione degli scambi aprendo la concorrenza tra le Borse, si vedono i primi cambiamenti concreti. Oggi il 20-30% circa degli scambi su azioni europee avviene fuori dalle Borse tradizionali. Anche Piazza Affari, in pochi mesi, ha perso l'11% dei volumi sulle azioni italiane. Questo è un bene: la direttiva Mifid incentivava proprio la concorrenza tra le Borse (vecchie e nuove) per abbassare i costi e per rendere il mercato azionario più efficiente per i risparmiatori e gli investitori. Però, tra il 2007 e oggi c'è stata la crisi finanziaria. Oggi ci sono banche in difficoltà, che cercano di ridurre gli attivi. Ci sono gli organismi internazionali che chiedono alle banche di fare credito e non altre attività. Il risultato è che già oggi una delle piattaforme alternative alle Borse, Turquoise (posseduta da 8 banche), è in vendita. E chi la compra? Il London Stock Exchange. Morale: una parte di quella concorrenza che stava nascendo è già stata sacrificata sull'altare della crisi.