Giovanni Berneschi non era ancora nato. Ma il presidente di Carige non ha mai digerito il diktat con il quale, nel lontano 1936, il regime impose all'istituto genovese di mettere sul piatto 300 milioni per rilevare una quota della Banca d'Italia. Ora quel 4% è una posta neutra in bilancio: figura, all'attivo e al passivo, per un valore di 780 milioni. Dal 2004, il numero uno di Carige conduce la sua personale battaglia per sciogliere un nodo che è avviluppato da oltre 70 anni. Ieri, ha comunicato alla platea degli azionisti della banca genovese che è giunto il momento di trasformare in contanti la partecipazione. E, in qualità di membro del comitato dei saggi per la nomina del nuovo presidente dell'Abi, ha mandato un messaggio, forte e chiaro, ai due candidati in corsa: mancherà il voto di qualcuno all'aspirante presidente che non avrà messo al primo punto del suo programma il problema della liquidazione delle quote in Bankitalia. (D.Ra.)