Nel novembre 2007, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Robert Gates, affermà che «il successo militare non è sufficiente» per vincere le guerre di antiguerriglia come quelle in Iraq e Afghanistan, invocando un ruolo e finanziamenti per dipartimento di stato e agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid). A marzo, nella sua strategia afghana, l'amministrazione Obama è parsa seguire il consiglio, evocando una civilian surge con personale del dipartimento di stato e dell'Usaid come misura complementare all'incremento dei soldati in Afghanistan. «Un approccio militare in Afghanistan non basterà a risolvere i problemi», ha detto Obama. Forse il dipartimento di stato riuscirà a concretizzare la visione iniziale di Gates e Obama (il progetto di un "corpo di pronto intervento civile") e prima o poi il fondo per la lotta alla guerriglia in Pakistan sarà gestito da Hillary Clinton e dai suoi collaboratori. Per ora il sogno di una civilian surge sembra lontano. Citando Anthony Cordesman, consulente delle forze armate Usa in Afghanistan, «dobbiamo smetterla di parlare di smart power come se già ce lo avessimo».
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