Ci sono date che hanno una valenza simbolica quasi involontaria. Nella memoria di quest'anno che passa, alla voce antimafia, segnate il 5 dicembre. È il giorno in cui vengono arrestati a Milano Gaetano Fidanzati, 73 anni, e a Palermo Gianni Nicchi, 28. Il volto rugoso e quello spavaldo di Cosa Nostra. Dell'ultimo si dice addirittura che fosse il numero 2, un gradino sotto l'imprendibile Matteo Messina Denaro. Diamo atto a chi di dovere: il 2009 è stato l'anno della cattura dei latitanti, quasi 300, +83% rispetto ai precedenti 19 mesi. Onore al ministro Maroni, al capo della polizia Manganelli, alle forze dell'ordine. Ma anche alla gente di Palermo, scesa in strada per applaudire l'arresto del giovane padrino. E a chi fa dell'antimafia lotta quotidiana d'idee portandola sulla ribalta del grande pubblico, come Roberto Saviano. Forse lo avevamo dimenticato, eppure è così che si fa la lotta alla criminalità organizzata: arresti e partecipazione popolare. Il professionismo del contrasto di polizia e il sostegno appassionato della società civile. La rivoluzione delle imprese, avviata dal presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, ha fatto scuola, è ormai fatto consolidato nella coscienza collettiva. Un tempo dire no al pizzo in Sicilia, in Calabria o in Campania, era sforzo da eroi. Oggi è semplicemente legittima difesa.
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