Per gli azionisti, soprattutto di questi tempi, non sembra facile intascare dividendi. Non ha di questi problemi per il governo russo, che già da qualche anno ha scoperto il diritto di cedola obbligatoria. La vicenda risuale al 2007 quando Mosca, dopo due anni di braccio di ferro con gli investitori internazionali, riesce a far tornare in mani russe il capitale di Sakhalin Energy, proprietaria di un ricco giacimento di gas naturale. Shell, Mistui e Mitsubishi cedono così la maggioranza delle azioni al gigante energetico Gazprom. Ma appena Gazprom prende il controllo del gruppo, che in forte perdita, Sakhalin stacca un mega assegno da oltre un miliardo di dollari al governo, azionista di minoranza. Strano, visto che la società non aveva pagato dividendi agli azionisti internazionali. La giustificazione sta in una semplice clausola: i titoli azionari posseduti da Mosca non prevedevano diritti di voto, ma un diritto ben più lucroso: quello al dividendo obbligatorio. (G.Ve.)