Venerdì scorso il leader russo Dmitri Medvedev e quello americano Barack Obama raggiungevano al telefono l'accordo sul superamento dello Start e la riduzione delle testate nucleari di lunga gittata. Un passo avanti per il definitivo superamento della guerra fredda e l'avvio di un diverso rapporto tra i due stati che hanno a lungo dominato il mondo. Un accordo che ieri è sembrato tanto importante quanto monco. La strage della metropolitana di Mosca alla stazione Lubianka, quella della sede dell'ex Kgb, opera del terrorismo caucasico, delle vedove cosiddette di Allah, ricorda quelle del teatro Dubrovka e della scuola di Beslan e, con le dovute proporzioni, anche la strage delle Torri gemelle di New York. Nella simbologia, nella scelta degli obiettivi, nella matrice terrorista, fondamentalista e islamica. Con i dovuti distinguo naturalmente. Quel che è certo è che Russia e Stati Uniti non sono più avversari come un tempo ma hanno un comune avversario. Sfuggente, subdolo, invisibile che non schiera eserciti in divisa: il terrorismo. Un avversario contro i paesi democratici e i loro cittadini hanno il dovere di fare fronte comune. Senza tatticismi e battaglie di retroguardia. Dannosi per tutti.