C'era una volta una città che respirava ai ritmi della Grande fabbrica, dove il servizio degli autobus iniziava in concomitanza del primo turno della Fiat e dove la sera le piazze inevitabilmente si svuotavano. In quella stessa Torino qualcosa è cambiato e le ore piccole, a quanto è stato calcolato, sono popolate ogni giorno da 36mila cittadini, che salgono a 100mila nei fine settimana. Che cos'è successo?
Da tempo esiste in città un ufficio che nel nome sembra omaggiare il surrealismo di Salvador Dalì. Si chiama «Tempi e Orari» e ha l'obiettivo di scandire diversamente l'accesso ai servizi e allo shopping, informando i cittadini sulle possibilità di fruirne in tempi, diciamo così, inusuali. Così due anni fa, l'ufficio «Tempi e Orari» ha fatto realizzare all'associazione Laboratorio Creativo una guida e una mappa interattiva. Consultando «Torino alla buon'ora» (ma tra qualche mese cambierà nome in «Torino d'ora in poi») si scopre che c'è solo l'imbarazzo della scelta tra fare shopping nel Quadrilatero Romano fino all'una, entrare in pizzeria alle tre, mangiare un kebab alle quattro, comprare un mazzo di fiori alle cinque. Perfino lavare il cane si può fare nel cuore della notte, in una postazione automatica, così come automatici sono una quindicina di negozi all nighters.
Tra i tanti esercizi si contano una pasticceria aperta 24 ore, una trentina di paninari attivi fino alle sei del mattino, ristoranti che arrivano a chiudere la saracinesca addirittura alle sette, librerie dove poter entrare fino a mezzanotte. Visto poi che di notte prendere l'auto ha i suoi rischi, gli autobus hanno salutato i vecchi riti e ora dieci linee girano di notte nei week end con corse ogni mezz'ora.
La «One company town», insomma, si è scoperta attraversata da studenti fuori sede e turisti, che hanno bisogni, e orari, nuovi. Così le uscite serali, prima relegate nel Quadrilatero Romano, ora si sono estese a zone come Piazza Vittorio o, più recentemente, San Salvario, finora considerata poco sicura.
Meno contenti degli sconvolgimenti sono forse i residenti delle zone nottambule. Ma rispetto ad altre parti d'Italia dove l'insofferenza alla "movida" è dilagante, i torinesi sembrano per ora, se si eccettuano i parcheggi selvaggi, vedere più i vantaggi degli svantaggi, come la maggiore sicurezza in alcuni quartieri. Probabilmente perché, come dicono dall'ufficio Tempi e Orari «dopo le Olimpiadi i torinesi si sono come risvegliati e, guardandosi allo specchio, hanno visto una faccia nuova, meno dimessa e più fantasiosa».