Ouch! Spuntano le banche. Dopo gli alti funzionari di Ibm, McKinsey e Intel coinvolti nel caso di insider trading Rajaratnam-Galleon, sembra che anche funzionari di Goldman Sachs, Morgan Stanley e forse di altre banche potrebbero essere implicati nella rete d'informatori che anticipava al manager del fondo hedge, in cambio di soldi, movimenti di titoli importanti, imminenti acquisizioni e così via. La questione che preoccupa non è tanto nella dinamica del caso. È vero, i nomi sono più importanti della norma e le tecniche per occultare movimenti illeciti sono degne di un romanzo giallo. Alla fine, però, un insider più o meno elaborato funziona sempre allo stesso modo, qualcuno dà informazioni in cambio di danaro. C'è da chiedersi, piuttosto, ed è questo che preoccupa davvero, se il caso Galleon non sia solo la punta dell'iceberg. Quanti altri usano tecniche illecite mascherandole come lecite, pagando avvocati e analisti per una "consulenza"? Forse non lo sapremo mai. Ma il sospetto che oltre al cingalese Rajaratnam ce ne siano molti altri è lecito.