In piena crisi finanziaria mondiale dal Sud Africa viene un segno di rinnovata fiducia nello strumento dell'autodisciplina. È infatti di recentissima approvazione una nuova edizione (la terza) del King Report on Governance, codice di comportamento a base volontaria comunemente noto come King III dal nome del presidente dell'Editing Committee e dal numero dell'edizione.
Il codice sudafricano (di prossima uscita per le edizioni Codice col titolo King Report III sulla corporate governance in Sud Africa) costituisce una delle più avanzate esperienze di autodisciplina, un'autodisciplina che ha avuto una precisa influenza anche sul legislatore, se è vero che le due precedenti edizioni del codice hanno influenzato la nuova legislazione societaria (il Companies Act 71 del 2008).
Gli estensori del King III non sfuggono alla domanda se non sia incongruo continuare a puntare, e con ancor rinnovata energia, sull'autodisciplina dopo la crisi. La risposta è netta: una buona corporate governance non genera, ma attenua gli effetti di una crisi sistemica, le cui cause vanno ben al di là della governance e chiamano, semmai, in causa i regolatori. È "populismo" chiedere più leggi in tema di governance, quando l'esperienza del Sarbanes-Oxley Act statunitense sta a dimostrare la sua totale impotenza a prevenire la disfatta di tanti illustri nomi della finanza statunitense.
Ma la crisi inevitabilmente incide sul contenuto stesso del codice. E così l'analisi e gestione continua del rischio diventa il pilastro centrale dell'attività di controllo. Al riguardo si richiede la creazione, accanto ai tradizionali comitati nomine, remunerazione, audit, anche di un "comitato rischi".
La caratterisica di fondo del King III consiste nel ruolo attribuito alla responsabilità sociale dell'impresa, alla netta prevalenza per una visione della governance orientata alla protezione degli stakeholders e non solo degli azionisti. Responsabilità, correttezza, affidabilità, trasparenza sono i criteri-guida che si traducono in precisi obblighi comportamentali (specie informativi, ad esempio, per quanto riguarda il contesto economico, ambientale e sociale in cui la società opera).
Per evocare il significato profondo di questi driver il King Report richiama con orgoglio il concetto (utilizzato anche nel notissimo sistema informatico) di ubuntu, parola e concetto della lingua e della cultura zulu, che evoca un'umanità per gli altri e con gli altri.
Le ormai collaudate disposizioni di best-practice di governance (consiglieri indipendenti, separazione tra presidente e ceo, ruolo del board, eccetera) sono fortemente permeate da questa prospettiva di attenzione d'ampio respiro per gli interessi coinvolti dalle grandi imprese.
Il ricorso a sistemi alternativi (transattivi e arbitrali, anzitutto) delle controversie s'inquadra in questa visione e costituisce un'ulteriore significativa innovazione rispetto alla maggioranza dei codici di autodisciplina. È il King III il codice del nuovo capitalismo? Utopia o serio tentativo di percorrere nuovi modelli? La discussione è aperta.