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Così come è certo,in generale,che l'impegno ribadito ancora ieri dal premier Berlusconi a sostegno di un piano di sviluppo affonda le sue radici nell'attuazione del programma di governo e nelle riforme qui prospettate con grande chiarezza e poi,per un motivo o per l'altro,finite inseconda linea ( due esempi:dove sono l'abolizione delle province e l'avvio del meccanismo fiscale del "quoziente familiare"?).
Non ha giovato e non giova il clima da rissa permanente pre-elettorale, lo scontro tra il partito dei pessimisti e quello degli ottimisti, lo scarico di responsabilità che prelude al classico rimbalzo delle "colpe", le invasioni di campo. Ciascuno - governo, opposizione, banche, imprese e sindacati - dovrebbe, semplicemente, fare bene il mestiere che gli compete rispettando le regole minime della coesione sociale. Che poi, alla fine, è il modo migliore per non remarsi "contro" sulla stessa barca e arrivare, dopodomani, all'equazione di Heckman.
guido.gentili@ilsole24ore.com