I dati Istat sulla conflittualità nel mondo del lavoro, crollata del 74% nei primi sei mesi del 2009, testimoniano uno dei tanti effetti collaterali della recessione globale dell'economia. L'abbattimento degli scioperi si presta però, inevitabilmente, a letture diverse. Il leader della Cisl Raffaele Bonanni vede un clima di cooperazione con gli imprenditori «per concentrarsi sui problemi veri e sui modi per affrontare la crisi». Opposta la lettura della Fiom, che per bocca di Giorgio Cremaschi identifica in questo un segnale di difficoltà, di paura e di crisi del mondo del lavoro. «Il sindacato – aggiunge - non ha di che essere orgoglioso». C'è del vero in entrambe le posizioni. Si sciopera meno perché si capisce che l'impresa è sulla stessa barca del lavoratore, ma anche perché rinunciare a un giorno di stipendio ora è più complicato. Una dose di conflittualità è inevitabile, forse anche utile e funzionale al sistema per autoregolarsi. Ma quando manca la torta, è velleitario litigare per ottenere la fetta più grossa.