Anche per il 2010 l'oroscopo prevede acque agitate intorno a Telecom. Nell'azionariato monta la tentazione di consegnare le chiavi di casa agli spagnoli di Telefonica. Ma a dar libero sfogo agli umori, per ora, è stato solo Beppe Grillo, assiduo frequentatore di assemblee Telecom, che in una letterina indirizzata a Franco Bernabè, affidata al suo blog poco prima di Natale, ha invitato l'a.d. a «vendere a Telefonica (tanto prima o poi succederà)» e a ritirarsi nella natìa Vipiteno. Potenza della rete, la risposta è arrivata a stretto giro. «Mi spiace deluderla, non venderò a nessuno, e soprattutto voglio ritirarmi a Vipiteno, o magari altrove se lei me lo consente, solo quando avrò finito il mio lavoro», ha replicato il manager. Quale compito? «Fare di Telecom Italia quello che avrebbe già dovuto essere dopo dieci anni di liberalizzazione: l'asse portante della modernizzazione di questo Paese». Ohibò, non certo una faccenda da sbrigare in quattro e quattr'otto. E soprattutto non giusto il tempo di scorporare la rete e spegnere la luce.