Intitolare una via a un uomo politico, soprattutto se scomparso non da troppi anni, è argomento che scatena polemiche in Italia. Forse il secondo, dopo le convocazioni del commissario tecnico della nazionale (in particolare il caso Cassano). Pochi anni fa, a Roma, la decisione del sindaco Rutelli di dedicare una strada al ministro della cultura fascista Bottai scatenò il putiferio. In questi giorni tocca all'annuncio del sindaco Moratti di voler dedicare una strada, una piazza o un parco a Bettino Craxi. Nell'atmosfera natalizia, parte il tiro incrociato tra socialisti, ex socialisti, ex di tutto. Peccato. Torino ha un viale dedicato all'Unione Sovietica, ci sono strade per Nino Bixio coinvolto in feroci repressioni. Parigi ha la stazione metro Stalingrado. La storia, maestra di vita, ha giorni lieti e bui. Nella biografia di tutti i leader ci sono cose buone e pessime. Siamo perciò favorevoli a una targa che ricordi Bettino Craxi, leader capace di visioni positive, poi travolto da vicende negative e infine spezzato da un destino infausto. La storia non è un tribunale né deve diventarlo. Chi non ama Craxi usi la strada che lo ricorda per spolverare il rancore. Gli altri rimpiangeranno le idee perdute. È la nostra storia, rinnegarla significa perdere noi stessi.