Ieri mattina Prysmian ha annunciato un bond da 300 milioni. Dato che in una sola ora gli investitori l'hanno inondata di oltre 3 miliardi di euro di ordini d'acquisto, alla fine la società ha aumentato l'importo a 400 milioni. Due settimane fa era stata Italcementi a fare il botto: per un bond da 750 milioni aveva raccolto ordini d'acquisto per 4 miliardi. Idem per l'Edison: bond da 500 milioni, domanda da 4 miliardi. E questa accoglienza non è riservata solo alle società italiane, ma è un fenomeno europeo. Il boom dei corporate bond, dopo il record di emissioni del 2009, continua. Questo da un lato agevola le società: dato che il sistema bancario eroga credito con più cautela, il mercato obbligazionario permette a tanti gruppi di finanziarsi in un modo alternativo. Ma dall'altro pone molti interrogativi sulla sostenibilità futura di questo boom: nei prossimi 5 anni giungeranno infatti a scadenza corporate bond aziendali per oltre mille miliardi di euro, il 40% in più rispetto ai 5 anni passati. Questo potrebbe creare un ingorgo di rifinanziamenti, soprattutto nel 2014. E i problemi risolti di oggi, potrebbero diventare problemi da risolvere domani.