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IDEE / Non è il Fondo monetario il salvagente per l'euro

di Martin Wolf

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31 marzo 2010
Martin Wolf

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Ma le bolle speculative e l'espansione del credito del settore privato nei paesi della periferia sono stati anche il risultato dell'assenza di crescita della domanda reale nei paesi del centro. È questo che ha consentito alla politica monetaria della Bce di produrre un tasso più o meno adeguato di espansione della domanda complessiva nella zona euro. Perciò, se cerchiamo la causa di fondo dell'attuale disastrosa situazione dei conti pubblici, ci rendiamo inevitabilmente conto che sono il risultato, in ultima analisi, della centralità accordata a una politica monetaria accomodante, adottata per compensare la fragile crescita della domanda nel centro di Eurolandia e soprattutto in Germania.

Questo dibattito sulla domanda interna e gli squilibri della zona euro non è molto gradito alle autorità tedesche. Fintanto che sarà così, le prospettive per un «coordinamento delle politiche economiche», come scritto nella dichiarazione del Consiglio, sono pari a zero. Ancora peggio: la Germania vuole vedere da parte dei suoi partner un impegno a ridurre il disavanzo di bilancio. La zona euro, la seconda economia mondiale, si avvierebbe dunque a diventare una grande Germania, con una domanda interna cronicamente debole. La Germania e altre economie simili potrebbero trovare uno sfogo attraverso un incremento delle esportazioni verso i paesi emergenti. Per i suoi partner, strutturalmente più deboli, specialmente quelli afflitti da costi anticompetitivi, il risultato sarebbe, nella migliore delle ipotesi, una stagnazione lunga anni. Sarebbe questa la millantata stabilità?

Il progetto di unione monetaria si trova di fronte a una sfida colossale. Non c'è una soluzione facile alla crisi greca. Ma la questione più importante è che Eurolandia non funzionerà come auspica Berlino. Come ho detto precedentemente, Eurolandia potrà diventare tedesca solo esportando l'enorme eccesso di offerta, oppure condannando fette importanti dell'economia della zona euro a una stagnazione prolungata, o, più probabilmente, entrambe le cose. La Germania ha potuto essere tale perché gli altri non erano la Germania. Se Eurolandia dovesse diventare come la Germania, non vedo come la faccenda potrebbe funzionare.
La Germania può imporre la sua volontà sul breve periodo, ma non può sperare che Eurolandia diventi quello che lei desidera. Gli enormi disavanzi nei conti pubblici sono un sintomo della crisi, non una causa. Esiste una via d'uscita soddisfacente a questo dilemma? Per quanto riesco a vedere, no. Ed è qualcosa che fa paura sul serio.

31 marzo 2010
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