A due anni circa da quel che pareva un irreversibile declino, Malpensa ritrova slancio inatteso. Attraverso 175 nuovi voli settimanali in vigore dallo scorso 28 marzo. In cifre: 160 destinazioni rispetto alle 166 dei tempi belli, come ha ricordato al nostro giornale il sindaco di Milano Letizia Moratti. La prima notizia, a dire il vero, è il fatto che la rinascita, a cui diamo ampio risalto a pagina 23, sia passata quasi sotto silenzio. Un silenzio assordante se raffrontato al fragore delle polemiche sul de-hubbing di Alitalia della primavera del 2008. La seconda notizia è che il mercato, a volte, ha una saggezza che non ha bisogno di padrini. Nel senso che fin quando Malpensa si è trovata sulla linea di fuoco della politica - i sindaci dell'area, il governatore, le cordate romane che hanno tirato la disordinata volata della privatizzazione della compagnia di bandiera - lo scalo è rimasto schiacciato sotto il peso di se stesso. È bastato che la questione uscisse dall'agenda delle convenienze elettorali, che il polverone si diradasse e la mano invisibile del mercato facesse il suo vecchio mestiere per (iniziare a) riportare Malpensa a quel a cui era destinato. Uno scalo internazionale.