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La banca deve mettersi a disposizione di questo progetto, con logica aziendale, come soggetto di mercato, condividendo però questa visione di lungo periodo; dobbiamo dunque porci l'obiettivo di svolgere un ruolo nel rafforzamento dei settori e delle filiere d'eccellenza e nel supporto delle imprese migliori e con maggiore potenziale. Per assumere tale ruolo dobbiamo sviluppare al nostro interno capacità che non sempre abbiamo promosso a sufficienza: valutare con attenzione gli investimenti intangibili, come la ricerca e l'innovazione. Dobbiamo promuovere la finanza di progetto e quella straordinaria, per assecondare i piani delle imprese, in particolare quando perseguono sviluppi importanti. In questo ruolo, dobbiamo porci anche come interlocutore privilegiato delle politiche pubbliche verso il privato.
Anche in questo campo vi sono alcuni esempi virtuosi a cui possiamo rifarci, come il Fondo di garanzia, o molti programmi di finanziamento pubblico, che sono intermediati dalle banche. Ma questa attività va rafforzata introducendo dei meccanismi che consentano più agevolmente di valutare se i percorsi intrapresi siano giusti. Il nuovo Fondo italiano d'investimento promosso dal ministero del Tesoro, può essere uno strumento valido, un esempio appunto di come risorse pubbliche e private possano essere utilizzate congiuntamente sulla base di criteri selettivi per rafforzare il sistema delle imprese.
Per rilanciare con successo il sistema Italia sono quindi essenziali una strategia unitaria, la focalizzazione delle risorse e la consapevolezza degli obiettivi da perseguire. Ben venga dunque il dibattito se favorisce questa consapevolezza e noi stessi ci faremo promotori affinché queste tematiche ricevano la dovuta attenzione.