Il rompicapo della «put» sull'acciaieria Lucchini è quasi risolto. E si sblocca così l'asta per il gruppo italiano, salvato dalla Severstal cinque anni fa ma oggi rimesso in vendita. Da una parte ci sono i russi, proprietari con l'80% che hanno incaricato Deutsche Bank della dismissione, dall'altro gli eredi Lucchini, con un residuo 20% che dà diritto a una put d'oro perchè è un prezzo oggi totalmente fuori mercato (160 milioni di euro, un'enormità). Ma l'opzione scatta solo dopo la fine di aprile e se nel frattempo cambia la proprietà, la put decade. Di qui la fretta dei russi, che non vogliono strapagare la put, e il dissidio coi Lucchini irritati dalla prospettiva di vedersi sfaldare in mano la put proprio quando torna buona. Ora, però, si sarebbe trovato un accordo, complici le schiere di legali coinvolti, anche perchè Alexei Mordashov si è reso conto che è impossibile trovare un compratore in due mesi: i Lucchini venderanno il loro 20% ai russi. Ma faranno uno sconto a Severstal (inidiscrezioni di stampa parlano di circa 60 milioni). La firma è attesa a giorni. (S.Fi.)