L'acquisto di 200 tonnellate di oro del Fondo monetario da parte della Banca centrale indiana è l'illustrazione di tre tendenze che si sono affermate dopo lo scoppio della crisi. La prima è il ritorno dell'oro, quasi quarant'anni dopo l'abolizione del gold standard, a un ruolo crescente di riserva, dopo che per anni le banche centrali avevano venduto riserve auree. La seconda è il reciproco di questa, ed è l'arretramento, seppure per ora marginale, del dollaro nelle preferenze delle banche centrali, soprattutto di quelle che in questo decennio si sono sovraesposte alla valuta Usa. Perciò è probabile che l'acquirente dell'altra metà dell'oro messo in vendita dall'Fmi sia la Cina. La terza è lo spostamento sempre più verso il centro della scena economica mondiale dei grandi paesi emergenti: l'India, che ha già giocato un ruolo decisivo nel negoziato commerciale del Doha Round, si affianca anche nel campo delle istituzioni finanziarie internazionali a Cina e Brasile. La somma di queste tre tendenze è destinata a cambiare la scena stessa. Anzi, lo sta già facendo.