Professore di Affari Internazionali all'Università di Georgetown
La politica estera del presidente Barack Obama è in linea generale orientata nella giusta direzione. L'amministrazione si sta disimpegnando con prudenza dall'Iraq. Sta affrontando l'Afghanistan con cautela, cercando una strategia che assicuri di stabilizzare il paese limitando la portata dell'impegno statunitense e mantenendo equilibrio tra mezzi e fini. La decisione di Obama di riorganizzare la difesa missilistica è stata assennata e prudente (anche se il lancio ufficiale dell'iniziativa è stato maldestro). Il suo tentativo di azzerare e far ripartire le relazioni con la Russia è in corso, e la sua disponibilità a cercare un dialogo con Iran, Cuba e Siria è strategicamente giusto, politicamente coraggioso, gestito con la dovuta sobrietà. Obama è riuscito a ripristinare in molti ambienti del pianeta l'autorevolezza e l'immagine dell'America. L'alleanza transatlantica ha premesse migliori. Gli sforzi miranti a chiudere Guantanamo, a prendere iniziative serie in merito alla riduzione del riscaldamento terrestre, le riforme e il rafforzamento di istituzioni multilaterali sono politiche che hanno ricostruito la fiducia nella leadership degli Stati Uniti in patria e all'estero.