Può darsi, come dicono le vecchie volpi del Transatlantico, che se l'opposizione avesse raccolto la ventina di deputati assenti al momento della votazione sullo scudo fiscale, la maggioranza avrebbe in fretta richiamato i suoi voti in libera uscita. Può darsi: ma poiché a noi piace ragionare con il buon senso, e non con l'astuto cinismo delle vecchie volpi (prima o poi attese dalle pelliccerie), allora è d'uopo indicare ai leader dell'opposizione la contraddizione in cui son caduti. Se è vero, come dicono, che siamo alla vigilia del regime, che lo scudo altro non è che il condono per il riciclaggio dei capitali mafiosi, che il governo prepara la fine dei diritti civili e della libertà, come farsi sfuggirel'occasione di metterlo in minoranza per una visita medica, una seduta di fisioterapia, un congresso noioso? Se invece siamo al tran tran di sempre, perché alzano i toni come fossero tutti tribuni della plebe? Non sarebbe meglio temperare la foga retorica e lavorare con serietà in Parlamento? Il rischio è regalare l'opposizione intera ai leader populisti. Gridare al regime e poi andare dal callista è insieme grave e risibile.