Il vertice di Barack Obama sull'emergenza occupazionale si è chiuso con un confortante suggello: il tasso di disoccupazione, secondo i dati resi noti ieri, è diminuito e la creazione netta di posti di lavoro ha sfiorato il pareggio, dopo essere stata negativa per 22 mesi di seguito. Questo miglioramento del mercato del lavoro (adombrato già da qualche mese nel calo continuo dei sussidi di disoccupazione erogati) è un tassello cruciale per un giudizio di sostenibilità della ripresa. Gli stimoli monetari e di bilancio hanno forse raggiunto la massa critica necessaria perché il ciclo possa migliorare per forze interne. Ma la strada è ancora in salita. La crisi ha messo a nudo alcuni "ventri molli" dell'assetto istituzionale americano, come quel "keynesismo inverso" che costringe gli stati (obbligati al pareggio del bilancio) a fare politiche restrittive quando la recessione morde. E lo stesso successo delle imprese nel ridurre i costi e aumentare la produttività anche in tempi di economia debole suggerisce che la creazione di posti di lavoro non sarà all'altezza delle passate fasi di ripresa.