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RIFORME / Vigili sul portafoglio delle banche

di Timothy Geithner

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5 settembre 2009

Un anno fa,i timori per l'eccessivo indebitamento sono arrivati quasi a far crollare il sistema finanziario globale.
Il panico che ne è seguito ha inferto gravi danni alle economie di tutto il mondo, spazzando via migliaia di miliardi di dollari di risparmi. È almeno dai tempi della Grande Depressione che i governi sono consapevoli che i tracolli finanziari producono conseguenze devastanti, e hanno messo inpiedi delle reti di sicurezza per contenere le ricadute dell'instabilità.

Queste reti di sicurezza hanno un costo, perché consentono alle istituzioni finanziarie di non subire fino in fondo le conseguenze delle loro azioni e possono limitare la disciplina di mercato. Abbiamo cercato di contenere questo azzardo morale attraverso la regolamentazione. Imponiamo agli istituti di credito di mantenere riserve e cuscinetti di capitale in proporzione al rischio, in modo da poter assorbire le perdite a loro spese e non a spese del contribuente.
Questo quadro normativo lo scorso anno si è rivelato inefficace. Nel contesto rilassato di prima della crisi, i supervisori pubblici e quelli privati hanno sottovalutato i rischi che si stavano sviluppando nel sistema. Importanti istituti di credito mantenevano livelli di capitale troppo bassi, facevano eccessivo affidamento sugli instabili finanziamenti a breve termine e i loro sistemi retributivi compensavano in modo eccessivo l'assunzione di rischi. Spesso erano banche più importanti a detenere meno capitale in proporzione ai rischi e a fare maggior ricorso alla leva finanziaria. Le distorsioni che ne sono conseguite hanno contribuito a rendere il sistema finanziario globale pericolosamente fragile. A mano a mano che cresceva in dimensioni e complessità, quel sistema diventava più interconnesso e vulnerabile al contagio ogni volta che si verificavano dei problemi.

In questo fine settimana il G-20 è riunito a Londra per progredire sulla strada delle riforme necessarie per dare basi più solide al nostro sistema finanziario globale. Il presidente Barack Obama ha delineato un quadro normativo che offre più protezione ai consumatori e agli investitori e una maggiore stabilità finanziaria. Per rendere più sicuro il sistema serve un approccio a 360 gradi che include una rego-lamentazione più severa dei derivati, dei mercati delle cartolarizzazioni e delle agenzie di rating, nuovi parametri per la retribuzione dei manager e, soprattutto, strumenti più efficaci a disposizione dei governo per ridurre il numero di aziende che falliscono.

Stiamo lavorando insieme ai nostri partner per garantire l'introduzione di riforme analoghe in tutto il mondo. Ma i nostri sforzi devono essere finalizzati soprattutto a rendere più stringenti le regole sul fabbisogno di capitale per gli istituti finanziari. In un recente documento inviato ai ministri dell'Economia del G-20, ho esposto le mie opinioni sui principi che dovrebbero regolare un accordo internazionale su questa materia. Il principio fondamentale è che il capitale e gli altri requisiti di capitale devono essere progettati in modo da garantire la stabilità del sistema, non esclusivamente la solvibilità dei singoli istituti. Un approccio di questo genere impone un cambiamento di vasta portata nel modo di concepire il fabbisogno di capitale e le altre norme collegate.

Come prima cosa, il fabbisogno di capitale per le banche dev'essere semplicemente fissato a livelli più alti, in qualsiasi caso. È fondamentale introdurre più capitali nel sistema bancario, e altrettanto fondamentale è obbligare gli istituti più grandi e interconnessi, siano o non siano banche, a rispettare parametri più rigorosi rispetto agli altri.

In secondo luogo, anche il quadro normativo deve mettere maggiormente l'accento su forme di capitale a più alta qualità, che consentano ai gruppi finanziari d'assorbire meglio le perdite. Coerentemente con questo principio, nei periodi in cui l'economia va bene, le azioni ordinarie devono rappresentare la grande maggioranza del capitale Tier 1.

In terzo luogo, i requisiti di capitale e le regole contabili devono essere più lungimiranti, mitigando la prociclicità del sistema. Le norme sul capitale dovrebbero imporre alle banche di conservare un fabbisogno di capitale superiore ai requisiti minimi nei periodi di vacche grasse, per ritrovarselo a disposizione nei periodi di vacche magre.

In quarto luogo, le banche devono rispettare parametri espliciti in termini di liquidità, per essere nelle condizioni di resistere meglio all'assedio dei creditori e impedire che il sistema finanziario nel suo complesso veda crescere il rischio liquidità.

Per concludere, dobbiamo migliorare le regole usate per misurare il rischio insito nei portafogli titoli delle banche e il capitale necessario per metterle al riparo da tali rischi, e anche imporre limiti più stringenti al ricorso da parte delle banche alla leva finanziaria, in modo da attenuare la volatilità. Incrementare il fabbisogno di capitale è un elemento essenziale nel quadro di uno sforzo più ampio per modernizzare il nostro quadro normativo e rendere il sistema finanziario sufficientemente forte da resistere al fallimento di istituti grandi e complessi. Questo è il modo più efficace per prevenire il ripetersi degli eventi dello scorso autunno. E questa è la sfida che dobbiamo affrontare a Londra, a Pittsburgh e oltre.

Timothy Geithner è segretario al Tesoro Usa (Traduzione di Fabio Galimberti) Segretario Usa al Tesoro. Timothy Geithner

5 settembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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