Sui rifiuti la Tia, acronimo di tariffa d'igiene ambientale, è una tassa o è effettivamente un corrispettivo per un servizio? Non si tratta di una disputa oziosa, ma di una discussione di diritto che ha appassionato anche la Corte costituzionale. Esaminati i fatti – hanno detto i giudici – al di là dell'evoluzione lessicale sempre di tassa si tratta e, dunque, non va applicata l'Iva. Eppure, in un ginepraio di leggi e rimandi, i sostenitori della tariffa trovano ben fondamento per dire che no, si tratta di tariffa. E sotto questo profilo, sostengono, è irrilevante che dopo la sentenza della Corte costituzionale sia previsto un rimborso dell'Iva versata. La restituzione, se ci sarà, vale fino al 31 dicembre 2008 e non ipoteca il futuro.
Una vicenda paradossale, quella della Tia: dovrebbe essere chiaro per i cittadini sapere quali sono i parametri su cui pagano e come fare a risparmiare (magari con la raccolta differenziata). Invece, i sostenitori delle due fazioni – tassa o tariffa – hanno buon gioco a "rimestare" nella complicazione. Eppure più semplicità aiuterebbe la traparenza dei conti e, forse, eliminerebbe un po' di spazzatura.