A mali straordinari, quali sono quelli della nostra giustizia, si risponde con iniziative straordinarie. Proprio da qui sono partiti i penalisti italiani: da un congresso straordinario che si è svolto nei giorni scorsi a Torino e che è servito per discutere e confrontarsi sul funzionamento della giustizia penale. Che dà la misura del livello di civiltà raggiunto dalle istituzioni.
Il dibattito è stato ricco. Duro, in taluni casi, ma finalizzato a trovare una via di uscita alla grande crisi della giustizia italiana. Ne sono derivate indicazioni molto diverse: dal rilancio della separazione delle carriere alla richiesta di dare effettiva attuazione al giusto processo, alla sollecitazione al rientro in servizio dei magistrati fuori ruolo. Alcune condivisibili e altre discutibili, come avviene alla fine di ogni congresso. Peccato per lo sciopero. I penalisti, per protestare contro il 41-bis e il sovraffollamento delle carceri, hanno proclamato una giornata di astensione dalle udienze. Con il nobile intento di difendere il diritto di difesa, ancora una volta, si ricorre a uno strumento ormai logoro.