Un anno fa, parlando a Praga, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva promesso un mondo senza armi nucleari. È di dieci giorni fa la telefonata con Medvedev per la revisione dell'accordo Start e la riduzione delle testate nucleari e di ieri l'annuncio della revisione della politica americana degli armamenti che prevede l'uso dell'atomica solo per difesa. Domani, a Praga, ci sarà la firma dell'accordo con la Russia. L'escalation degli avvenimenti dà la visione plastica dell'attivismo e della volontà del presidente degli Stati Uniti di invertire la rotta rispetto al passato. Ridurre l'esistente e frenare i paesi, come la Corea del Nord e l'Iran, che scalpitano per entrare sullo scenario nucleare. Obama aveva promesso che gli Stati Uniti sarebbero stati il paese guida nel disarmo. Guida ma non artefice di politiche unilaterali. Qualcosa si comincia a intravedere. Sarà questa la sfida di Obama: ridare agli Stati Uniti la credibilità internazionale per poter vincere la partita del terrorismo. Per quella non servono armi atomiche. Servono alleati in quello che fino a poco tempo fa era lo schieramento nucleare avverso.