Da tre mesi la raccolta dei fondi comuni è positiva. Fondamentale il contributo delle banche, che hanno ricominciato a puntare sul risparmio gestito. E considerando che in capo agli sportelli c'è il 90% della distribuzione, si capisce anche il motivo. Ora, però, vien da chiedersi per quale ragione le banche, dopo averli snobbati per circa due anni, siano tornate a collocare i fondi comuni. La risposta è abbastanza intuitiva: sono praticamente gli unici strumenti che possono offrire qualche punto di rendimento in più rispetto ai BoT, tanto più che oggi l'investitore sembra pronto a rischiare qualcosa (anche perché se non lo fa, non si porta a casa nulla in termini di performance). Non solo. Con i tassi a questi livelli, gli istituti di credito hanno liquidità in abbondanza, per cui diventa meno impellente la necessità di fare raccolta diretta (ed è più difficile vendere obbligazioni con durate lunghe). Un dubbio però viene: sembra quasi che il fondo comune sia venduto non tanto per le sue qualità, quanto perché non c'è alternativa.