La finanza spagnola fa un importante passo in avanti. Il governo ha infatti deciso di abolire la norma che limita il diritto di voto nelle società quotate in Borsa e che ancora era in vigore in 14 imprese tra cui Telefonica, Iberdrola, Repsol e Nh Hoteles. Con questa decisione gli spagnoli non solo danno una importante prova di maturità, ma indicano anche la rotta da seguire: liberalizzare il più possibile, perché tutto si svolga in modo trasparente, nel pieno delle regole del libero mercato. Questo non significa però senza controlli, come evidenzia del resto il fatto che le banche spagnole non sono state travolte dalla crisi finanziaria internazionale, grazie anche alla buona gestione e alla solidità patrimoniale. La norma di Borsa approvata è di fatto un'apertura nei confronti degli investitori internazionali e di nuove opportunità di sviluppo. Del resto, basta guardare al successo dell'ingresso di Enel in Endesa, operazione che ha dovuto superare gli sbarramenti eretti dagli spagnoli a difesa della loro impresa nazionale, per rendersi conto di quanto sia importante aprirsi all'esterno, senza pregiudizi e il ricorso a "polpette avvelenate".