È bastato che il ministro Matteoli aprisse alla proposta della Lega d'innalzare a 150 chilometri orari i limiti di velocità per avviare l'inevitabile crociata nel segno della statistica e del politicamente corretto. Una bolla emotiva che in nome dei "dati" - 600 incidenti al giorno sulle nostre strade- ha mandatoa massa il buon senso, appiattendo ogni distinguo. Noi, invece, ai distinguo crediamo. In questo caso si parla d'innalzare il limite dai 130 ai 150 sulle autostrade a tre corsie coperte dal sistema tutor. Ovvero sulle tratte più sicure, quasi sempre coperte da asfalto drenante e più monitorabili. A queste condizioni, non si vede lo scandalo: innalzare i limiti si può. A patto che ciò avvenga - ed è il secondo distinguo senza abbassare la marcia nei controlli sulle autostrade e soprattutto sulle strade più lente, dove la soglia d'attenzione collettiva si abbassa in proporzione ai limiti fissati, spesso del tutto ignorati. Un divieto è un divieto, si tratti di 130, 150 o 30 chilometri orari. Piccola postilla: tutto sarebbe più facile se la cartellonistica non fosse un perenne lavoro in corso e l'asfalto fosse adeguato a un paese civile. I divieti sono efficaci se il servizio è di qualità.