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Come si vede, nell'interpretazione di Ambrogio il vigilare del pastore sul gregge è un aspetto della sua missione evangelizzatrice, del suo compito di far risplendere- nella notte del mondo non credente - la luce di Cristo, di pascere le pecore con la dottrina, la verità del Signore. Rileviamo ancora come nella custodia vigilante dei pastori rientra anche il compito più ampio di condurre il gregge ai verdi pascoli della sapienza divina, della grazia, delle virtù.
In una parola riassuntiva: i pastori sono chiamati a seguire il Signore Gesù come modello di cura del gregge loro affidato: «Lo stesso buon pastore è il loro modello di vita». Proprio questa parola di Ambrogio voglio interpretare come un prezioso invito alla serenità e alla responsabilità, di cui devono essere segnati coloro che fanno le veci di Cristo nel guidare il gregge ai pascoli di vita eterna: in particolare i vescovi e i presbiteri. Serenità e responsabilità vogliamo chiedere al Signore, in questo anno sacerdotale proposto a tutta la Chiesa dal papa Benedetto XVI, per i vescovi e tutti i presbiteri della nostra Chiesa ambrosiana: serenità perché Gesù non è solo un modello quanto mai affascinante di vita, ma anche la sorgente inesauribile di grazia e di forza per ogni suo ministro; e insieme responsabilità, perché di fronte alla propria coscienza e all'intero popolo di Dio il ministro è chiamato a mostrare sul proprio volto i lineamenti di amore e di santità che splendono sul volto di Cristo Signore, il buon pastore che offre la vita per noi.