Dimmi dove abiti e ti dirò in quale scuola andare. Oltre a informarsi bene sulla nuova offerta formativa delle scuole superiori "targate" Gelmini, i ragazzi che quest'anno vogliono iscriversi in prima devono anche armarsi di stradario perchè potrebbero inciampare in qualche metro di troppo. A volte, infatti, basta qualche isolato in più, tra casa e liceo, per vedersi negare il banco.
Dove le domande sono più dei posti - accade soprattutto nelle scuole "di chiara fama" nelle grandi città - scatta infatti la selezione, che ogni polo mette a punto in piena autonomia. E così si passa dal sorteggio puro, che demanda ogni responsabilità alla fortuna, alla redazione di dettagliatissimi elenchi di vie e numeri civici che determinano chi può studiare lì e chi no, in base alla residenza. Altri istituti attribuiscono invece valore vincolante al giudizio di orientamento dei docenti di terza media, che diventano così - forse non volendo - del tutto determinanti nella scelta.
In alternativa, o più spesso in aggiunta, si apre quasi sempre una corsia preferenziale per chi ha fratelli o sorelle già iscritti, quando non vengono addirittura riservati dei posti per i figli del personale: tutti tentativi di superare il tradizionale ordine cronologico di presentazione delle domande, che non piace a nessuno, senza voler introdurre però - almeno esplicitamente - una selezione in base al merito.
«L'anno scorso abbiamo avuto 150 domande in più rispetto ai 250 posti disponibili», dice Luigi Romano, il preside del Giuseppe Mercalli di Napoli, liceo scientifico nell'elegante quartiere di Chiaia. «Di qui la decisione di suddividere in dieci zone l'area circostante. A chi abita ad esempio dopo via Cariati, lungo corso Vittorio Emanuele, consigliamo di andare al liceo Antonio Serra, più vicino a casa sua», racconta il dirigente scolastico, svelando il meccanismo applicato.
La cartina geografica aiuta l'ingresso anche anche a Roma. «Si è registrato un eccesso di domande in alcuni istituti tecnici come l'aeronautico De Pinedo e il Rossellini, dedicato alle professioni cine-televisive - racconta Mario Rusconi, presidente dell'associazione presidi romani -. E nel 90% dei casi la scrematura avviene in base alla vicinanza casa-istituto». E così pure succede allo scientifico Alessandro Volta di Milano, ma solo dopo una prima tranche selettiva legata al precedente percorso didattico dei candidati.
Al Volta (50 esuberi lo scorso anno) i ragazzi inizialmente vengono divisi per fasce in base al consiglio di orientamento delle medie: i primi a entrare sono quelli per cui viene indicato il liceo scientifico (fascia A), a seguire gli «altri licei», gli «istituti tecnici o liceo scientifico tecnologico» e infine gli «istituti professionali». Solo in un secondo momento, tra quelli di fascia A, vengono privilegiati i residenti della zona e sul sito dell'istituto si può consultare l'elenco completo delle vie "ammesse": entrano, ad esempio, quelli che abitano in via Plinio, ma non dopo il numero civico 44.
Scelte simili anche nei licei classici di Roma, come il Visconti, il Giulio Cesare e il Tasso, che riserva comunque una quota del 2% a chi viene “da fuori”. Sempre più rari sono però gli esuberi in questi istituti. «Sono passati i momenti dei gloria del liceo classico», dice Innocente Pessina, preside dello storico Berchet di Milano, dove l'eventuale filtro all'ingresso dipende dalle indicazioni per il classico degli insegnanti delle medie. «E' nostro dovere tenerne conto - aggiunge il dirigente - anche per evitare al ragazzo un fallimento scolastico».
E c'è anche chi fa di più: allo scientifico Leonardo da Vinci di Milano, che l'anno scorso ha rifiutato una settantina di domande, al di là del preminente criterio dell'orientamento, è espressa una particolare preferenza per i ragazzi che studiano al conservatorio.