Se Hezbollah non esistesse i problemi mediorientali sarebbero meno difficili. Ma il movimento islamico sciita, braccio armato dell'Iran, c'è. Ora, con l'imminente soluzione dell'impasse a Beirut, sarà anche nel nuovo governo libanese: che riconosciamo, col quale abbiamo eccellenti rapporti politici, economici e che sosteniamo con 2.400 soldati italiani inquadrati nell'Unifil comandato da un generale stimato, Claudio Graziano. Il problema è che Hezbollah non è solo uno strumento dell'espansionismo iraniano nella regione con un esercito irregolare più potente di quello regolare. È anche un partito.
Sarà difficile fingere che esista un'ala politica (potabile) e una militare (terroristi), perché Hezbollah non ha correnti come Hamas. Nel suo quotidiano tessere per impedire che riesploda la guerra con Israele, Graziano tratta con Hezbollah e per questo non andrà all'inferno. Anche Bibi Netanyahu ha chiesto che il nostro generale resti al suo posto.