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È una Lega diversa, almeno in apparenza. Più cooperativa all'interno dell'alleanza di destra e più duttile all'esterno nei suoi rapporti con l'opposizione. Cresce in zone come Emilia, Toscana e Marche dove in precedenza aveva una presenza poco più che simbolica. Inoltre è un partito unito con una precisa identità, un programma chiaro, una classe dirigente coesa e giovane, un forte radicamento territoriale.
Anche per questo oggi la Lega fa più paura di prima a chi teme che alla fine il federalismo fiscale possa diventare il grimaldello per ridistribuire a favore del Nord la ricchezza del Paese. Soprattutto ora che le prospettive di crescita sono diventate incerte sia al Nord che al Sud. Questo per Berlusconi pone un problema che fino ad oggi è rimasto sotto traccia e che l'opposizione non ha saputo sfruttare. Per continuare a vincere la destra deve restare unita ma per farlo deve tenere unito il paese. Non è cosa semplice avendo al suo interno un partito che si chiama Lega Nord e dovendo fare i conti con il terzo debito pubblico del pianeta.