Balletto in Parlamento sul tetto agli stipendi dei manager delle società quotate. La norma sul tetto non superiore al trattamento dei parlamentari (248mila euro lordi annui) è stata introdotta dall'assemblea del Senato il 27 gennaio, con voto unanime su un emendamento di Elio Lannutti (IdV), sul quale si era dichiarato favorevole il governo, con il ministro Andrea Ronchi. Il governo ha subito annunciato di voler modificare una norma che falcidierebbe le buste paga dei manager. Alla Camera la commissione Finanze il 24 febbraio ha approvato un emendamento che cancella il tetto, lasciando però l'obbligo di tener conto nella retribuzione dei vertici delle banche di politiche di prudente gestione del rischio. Vincolo che il governo ha quindi chiesto di cancellare, il 17 marzo, nella commissione Politiche Ue. Ieri il ripensamento del governo: rivive così la proposta che cancella il tetto ma vincola i compensi dei banchieri alla prudenza. Ancora però non è detta l'ultima parola: la commissione voterà martedì, poi toccherà all'aula, infine di nuovo al Senato. (G.D.)