Le cronache dicono che in piazza San Babila, a Milano, sono arrivati in 521. Da tutta la Lombardia e da ogni pezzettino di quello che un tempo si definiva arco costituzionale. Non è frequente vedere i sindaci protestare. E, aggiungiamo a costo di apparire moralisti, non è neanche bello. Certo c'era di mezzo una buona causa a unire, in modo politicamente trasversale, Sesto San Giovanni e Milano dalle parti del Duomo. Il combinato disposto del patto di stabilità e dell'abolizione dell'Ici è tale da mettere a repentaglio casse, popolarità e chance di rielezione, per qualcuno già abbastanza vicina. Ma le 521 fasce tricolori se ne facciano una ragione. L'Ici è ormai abolita, e non si avvista ripensamento in materia. Soprattutto, avverte Roma, sono tempi di vacche magre, al punto che Tremonti ha dovuto perfino smentire ieri la voce di una manovrina correttiva già a giugno. È il federalismo bellezza, verrebbe da dire. O almeno il grado zero del federalismo a venire. Un giorno, a riforma compiuta, non assisteremo a marce di protesta per ovvi motivi. Niente cortei, qualche alibi in meno. Nessuno ha provato a fare un sondaggio tra i 521 di ieri. Se nel cuore della Padania ci fosse chi, di fronte a quello che avanza, avesse detto che si stava meglio quando si stava peggio?