La crisi greca sembra aver dato una scossa benefica all'Europa, scuotendola dal torpore propositivo. L'idea di creare un Fondo monetario europeo, lanciata da Berlino con l'assenso di Parigi e discussa dalla Commissione di oggi, dimostra che qualcosa ricomincia a muoversi nel cantiere europeo. Nelle settimane scorse, di fronte al debito fuori controllo di Atene e a un'ipotesi di default, l'eurozona si era trovata disarmata. Schiacciata tra la clausola dei Trattati che impedisce di andare in soccorso di un paese dell'eurozona e l'esigenza di varare un piano di sostegno per una nazione che s'impegni sulla via del risanamento.
Per uscire dall'impasse, ben venga la nascita di un Fondo monetario europeo che, sotto stretta condizionalità, possa aiutare un paese dell'eurozona. Però sarà bene risolvere presto il nodo della struttura (e di che partecipazione riservare eventualmente ai paesi Ue non aderenti all'euro, Gran Bretagna in primis) e delle risorse da destinare al nuovo istituto. Evitare di creare carrozzoni e riflettere se, per accorciare i tempi, il nuovo ruolo non possa essere riservato a una Bei riformata. Insomma, trovare soluzioni pragmatiche, senza scadere in compromessi di basso profilo.