Si gusta con più piacere la polenta e osei preparata in una rustica trattoria di provincia, oppure il sushi servito in un ambiente iper-razionalista che potrebbe trovarsi ovunque? È meglio la religione del lavoro declinata con il sermone della qualità, oppure l'esotismo del metodo Toyota, che ieri ha convinto centinaia di piccoli e medi imprenditori a lasciare le loro aziende per ascoltare a Padova il guru Yoshihito Wakamatsu? Non importa, è la risposta degli imprenditori raccontati nelle inchieste che il Sole 24 Ore sta pubblicando da settimane in seconda pagina.
Dopo l'introduzione dell'euro il nostro sistema industriale, anche in quel Nord-Est che ha sempre adoperato al limite del parossismo la leva del lavoro, è riuscito a migliorare soprattutto il valore aggiunto dei prodotti, non limitandosi alla classica innovazione incrementale e alla tradizionale riorganizzazione dei processi. Dunque, detta all'italiana, più qualità: la ricetta che è tuttora valida. Adesso i nostri imprenditori sono incuriositi dalla filosofia giapponese, con tutto il suo corollario del taglio dei costi, finora adoperata in particolare nei grandi gruppi. Polenta o sushi, pur9 ottobre 2009