Oggi per la pubblica amministrazione potrebbe essere un giorno davvero importante. Taglia, infatti, il traguardo dell'ultimo sì del Consiglio dei ministri il provvedimento che, nelle intenzioni del governo e del ministro Renato Brunetta, dovrebbe cambiare volto al pubblico impiego. Più disciplina, più merito, meno margini per coltivare aree protette dove far crescere l'inefficienza della pubblica amministrazione.
I frutti del lavoro del governo, in realtà, non saranno sempre immediati. Dipenderanno, in parte, da un cammino di attuazione che potrebbe essere lungo. Ma la strada dovrebbe essere segnata. E, sicuramente, il percorso è condiviso dall'opinione pubblica che spesso attribuisce larga parte dell'inefficienza del sistema paese agli "statali". Resta un problema: evitare che la riforma sia cieca e finisca per colpire, allo stesso modo, chi produce e chi, troppo spesso, nasconde dietro l'alibi dell'incompetenza giuridica quella professionale. Anche il pubblico impiego è una risorsa che deve poter contribuire alla ripresa.