Dal telefono antiplagio alla rivista della tv satellitare, dai pendolari del treno agli Utenti sicurezza stazioni, dalle compagnie petrolifere ai pazienti della clinica Santa Rita. Passando, tanto per restare alla stretta cronaca, dal Passante di Mestre intasato per l'esodo estivo. Alla vigilia dell'entrata in vigore (che, tanto per la chiarezza, sarà in due tempi: a Ferragosto e poi il 1° gennaio...) la class action è già così gravida di aspettative che rischia di implodere su se stessa. Sarà l'effetto proroghe reiterate (doveva entrare in vigore sotto il governo Prodi, che la concepì e però la sospese a gestazione appena ultimata) o quello di Julia Roberts nei panni di Erin Brockovich, l'eroina della class action americana: è un fatto però che l'azione collettiva viene invocata in continuazione, a proposito e più spesso a sproposito.
Il rischio è proprio questo, trasformare uno strumento processuale, potenzialmente efficacissimo e davvero democratico, in una specie di suk dove ognuno cerca di piazzare la sua lagnanza per ottenere un'ora di visibilità mediatica.