I mercati internazionali si trovano davanti alla possibilità di un'altra estate di tensione sulle materie prime alimentari. Questa volta a battere il passo di carica delle commodities è lo zucchero. Complici le scarse piogge monsoniche e la domanda in costante crescita, l'India ha innescato la corsa inarrestabile dei prezzi. Le ricorrenti formazioni di bolle più o meno speculative nel campo delle materie prime agroalimentari inducono, quanto meno, a una riflessione: Usa e Ue sono da anni i pervicaci difensori di un meccanismo di aiuti dei rispettivi agricoltori. Farm Bill e Politica agricola comune (Pac) distribuiscono ogni anno miliardi di dollari e euro. Ma questi meccanismi non riescono ad arginare turbolenze di mercato, a dare stabilità ai listini e, in ultima istanza, a tutelare il consumatore. In molti casi l'effetto è preverso: sono distorsivi della concorrenza, com'è accaduto per i frutticoltori francesci costretti ieri a restituire 500 milioni di aiuti di stato; distribuiscono enormi risorse a pochi privilegiati. Forse una riflessione è più che necessaria.